martedì 13 maggio 2014

Il Trovatore di Verdi (la maledizione della zingara)

Azucena la zingaraUn dramma spagnolo pieno di tensione, passioni sconvolgenti, amore e desiderio di vendetta: tutto ciò è  Il Trovatore, che insieme a Rigoletto e Traviata fa parte della cosiddetta "trilogia popolare" , e che è stata l'opera più amata ai tempi di Verdi.  Scopri e lasciati conquistare anche tu dall' opera che ha appassionato il pubblico e si è assicurata un posto d'onore nel suo cuore fin dalla prima rappresentazione del 1853.


Il libretto dell'opera fu tratto dal dramma El Trovador di Antonio Garcia Gutierréz.  La storia si svolge in Spagna, agli inizi del 14° secolo.
Antefatto: Il Conte di Luna è padre di due figli piccoli; un giorno viene trovata una zingara accanto alla culla di uno dei due. Il bambino si ammala e  la zingara, accusata si aver fatto un incantesimo al piccolo,  viene arrestata e poi messa al rogo. Prima di morire, però, la zingara si fa promettere dalla figlia, Azucena, che la vendicherà. E Azucena compie la volontà della madre e rapisce il figlio del Conte. Del bambino rapito viene trovato solo il corpo incenerito accanto al fuoco.

Atto I

 Ormai adulto, l'attuale Conte di Luna, fratello del bambino scomparso, è innamorato della bella Leonora, dama di compagnia della Principessa d'Aragona. Leonora, però, è innamorata di un misterioso Trovatore, che l'ha conquistata con il suo canto. Leonora confessa il suo amore alla confidente Ines: ("Tacea la notte placida" e "Di tale amor"):




Il Trovatore e il Conte di Luna sono rivali non solo in amore ma anche in guerra. Infatti il Trovatore, dietro la cui  misteriosa identità si nasconde Manrico, è anche un seguace del principe ribelle Urgel. I due  si sfidano a duello e il Conte di Luna ha la meglio sull'avversario.

Atto II
La scena si sposta nell'accampamento degli zingari. Dopo allegri canti e balli prende la parola Azucena, che narra un episodio terribile che spaventa tutti: racconta di quando la madre fu messa in catene e poi arsa viva ("Stride la vampa"):



Nel frattempo la raggiunge il figlio Manrico (il Trovatore).  Azucena racconta al figlio che, a causa della promessa fatta alla madre, rapì uno dei figli del Conte per buttarlo nel fuoco ma, in preda al delirio, uccise il suo stesso figlio al posto del bambino rapito. Poi, resasi conto di aver detto troppo, si rimangia tutto e rassicura Manrico: è lui il suo vero figlio e sono solo i brutti ricordi che le confondono la mente.
 A questo punto una notizia raggiunge i due: Leonora vuole ritirarsi in convento perché crede che il suo innamorato, Manrico, sia stato ucciso dal Conte. Manrico si precipita da lei a Castellor per fermarla. Ma non è il solo: li raggiunge anche  il Conte di Luna, deciso ad avere Leonora a tutti i costi. I due innamorati riescono a mettersi in salvo.

Atto III 

I soldati del Conte di Luna si preparano ad attaccare Castellor, quando sorprendono una zingara -Azucena - che si aggira per l'accampamento. In lei riconoscono la donna che rapì il fratello del Conte e, quando vengono a sapere che è la madre di Manrico, decidono di far costruire una pira dove le daranno fuoco. Quando Manrico ne viene a conoscenza, abbandona Leonora con la quale  stava per unirsi in matrimonio, e corre ad aiutare la madre. A questo punto Manrico canta "Di quella pira", che è stata definita una delle più belle cabalette* di tutta la storia del teatro musicale.




Atto IV
Manrico e Azucena sono prigionieri del Conte, che intende ucciderli all'alba del giorno dopo. Leonora ha raggiunto l'accampamento del Conte e piange, pensando al suo amato: vorrebbe che il suo amore, come volando su ali rosee, lo raggiungesse nella sua prigione e lo confortasse ("D'amor sull'ali rosee", al minuto 2:05):



Seguono promesse d'amore eterno fra i due innamorati.  Leonora è disposta a tutto pur di salvare Manrico: raggiunge il Conte e gli promette se stessa in cambio della libertà per il suo innamorato. Il Conte accetta il patto: Leonora raggiunge in carcere l'amato Manrico e lo invita a fuggire, ma senza di lei. I sensi ormai stanno abbandondando Leonora: si è avvelenata, pur di non concedersi al Conte, che a questo punto fa uccidere Manrico dai suoi soldati. Solo adesso Azucena può rivelare la terribile verità: il Conte ha mandato a morte il suo stesso fratello. Un sorriso sinistro e trionfale  illumina il volto di Azucena che, incurante del suo destino, esclama: "Sei vendicata, o madre". La vendetta della zingara è compiuta.


* cabaletta: nel melodramma italiano dell'Ottocento, brano in tempo vivace posto alla fine di un'aria o un duetto (definizione dal Sabatini-Coletti on-line)

Se ti piace Verdi, leggi anche i miei post su Traviata e su Nabucco

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