sabato 25 aprile 2015

Storia di Dina, partigiana in bicicletta

Partigiane
Il 25 aprile si festeggia in Italia la liberazione dal Nazi-fascismo (1945) e voglio allora raccontarti la storia di Dina, che da ragazza  rischiava ogni giorno la vita con la sua bicicletta per portare il cibo ai partigiani nascosti in montagna, mentre fascisti e nazisti davano loro la caccia. Questa è una storia di amore per la vita e per la libertà.

Dina e la sua lotta per la libertà

Capelli corti oramai tutti imbiancanti, occhi vivi e volto aperto e sorridente, così si presenta oggi Dina, che ha raccontato il suo passato di partigiana al video-maker Saverio Tommasi. Dina racconta che decise di dare il suo contributo alla Resistenza perché lei, come tante altre donne, voleva partecipare attivamente alla causa e portare il suo aiuto ai perseguitati dal Regime. Così Dina, con la sua bicicletta e una borsa speciale dove nascondeva ciambelle e salami che rubava, percorreva ogni giorno 200 km per portare quel cibo ai partigiani nascosti in montagna. Ogni giorno correva su quella bici, rischiando ogni momento la vita, su strade di campagna dove, ricorda, se prendeva una buca con l'acqua "si bagnava fino alle mutande".
"E non ha mai avuto paura?", le domanda Saverio. "Una volta" risponde l'ex partigiana. Racconta che una volta fu fermata da un fascista che voleva perquisirla e lei riuscì miracolosamente a scappare. Fu allora che temette di morire, ma un crofecisso che ancora conserva e che stringeva in mano, le diede la forza di scappare.

Donne partigiane combattenti in una foto dell'epoca

Dina aveva anche un'altra missione: convincere i soldati italiani al soldo dei fascisti a ribellarsi e a non sparare sui loro fratelli. A volte funzionava, dice, altre volte no. Qui gli occhi vivaci di Dina si riempiono di lacrime, quando racconta delle terribili rappresaglie di fascisti e nazisti sulla popolazione e dele terribili torture che venivano inflitte ai partigiani quando venivano catturati.
Eppure, quando fu catturato un colonnello fascista dai partigiani, oramai verso la fine della guerra, Dina ricorda che nonostante la folla inferocita volesse linciarlo, gli fu risparmiata la vita e lei stessa gli offrì da bere della grappa per dargli un po' di conforto.

Ricordi in bianco e nero

Alla fine Dina mostra le sue foto dell'epoca: la vediamo ragazza, in una foto in bianco e nero, i capelli scostati dal viso e il vestito che, sollevato dal vento, lascia intravedere le gambe: è bella, sorridente e piena di fiducia nella vita.  Dina si innamorò anche, su quelle montagne, ma non sposò quel ragazzo partigiano. Il loro amore è rimasto sepolto fra le montagne dove vide la luce, e oggi non ne rimane che un ricordo, un fremito nel cuore di Dina.

Ed ecco il video dove Saverio racconta la storia a noi e anche alla piccola Caterina, sua figlia, affinchè nessuno dimentichi la nostra storia e affinché le imprese eroiche dei partigiani continuino a vivere per sempre, anche quando un giorno Dina e i suoi compagni non ci saranno più a raccontarle.

Consulta il glossario per le espressioni più difficili.

domenica 19 aprile 2015

Mc Donalds vs pizza italiana: chi la spunterà?


Non è certo nuovo alle polemiche il colosso dei fast-food Mc Donalds, spesso preso di mira dalle associazioni di consumatori, ma questa volta sembra aver davvero esagerato, toccando un mostro sacro della cultura alimentare italiana: la pizza.



Lo spot incriminato

Nell'ultimo spot trasmesso in Italia, infatti, un  bambino a cena in pizzeria con i genitori, alla domanda del cameriere: "Che pizza vuoi?" risponde sorridendo beato "Un Happy Meal". E così la famiglia si trasferisce in un fast food, e tanti saluti alla pizza, che pure è uno dei piatti più amati dai bambini italiani.

Una scena dell'ultimo spot trasmesso da Mc Donald's in Italia e che ha suscitato molte polemiche.


Lo spot non è stato gradito da molti, che vi hanno visto un'offesa gratuita e infondata della pizza che, con pochi euro, ha da sempre reso felici famiglie intere, bambini compresi. Le proteste non si sono fatte attendere: non solo dai comuni cittadini che hanno inondato Facebook di messaggi sdegnati, ma anche dagli addetti ai lavori, dall'associazione pizzaioli e persino da alcuni  politici che a causa di questo spot sono sul piede di guerra contro Mc Donald's. Ci si chiede addirittura se a questo punto sia opportuno che Mc Donald's continui a partecipare come sponsor di Expo 2015, visto il suo approccio considerato troppo aggressivo verso uno dei piatti che sicuramente rappresenta, dal punto di visto culinario, l'Italia nel mondo.

Il contro-spot

C'è anche chi ha pensato di rispondere a Mc Donald's con un contro-spot, in cui si invertono le parti e il bambino, portato dai genitori a mangiare un hamburger, mette il broncio e lo rifiuta, dichiarando di volere invece la pizza.
Insomma, questa volta Mc Dondald's sembra davvero essersela cercata, visto che, come giustamente osservano sul blog Dissapore.com, "toccare la pizza agli italiani è come toccare la mamma"!

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Ecco lo spot nato come risposta a quello di Mc Donald's


 

martedì 7 aprile 2015

Expo? Sì, ma etico e vegano

Fuori Expo Veg
Ci siamo quasi, le porte dell'Expo universale di Milano, quest'anno dedicato al tema del cibo, stanno per aprirsi e migliaia di visitatori  le varcheranno per visitare i padiglioni dedicati al tema del cibo. Ma se nutrire il pianeta è il tema dell'Expo, c'è chi ha pensato di iniziare da chi ci è più vicino e di farlo in modo etico e vegano, sto parlando del Fuori Expo.


Expo 2015

Ormai da mesi c'è molto fermento intorno a quest'evento, dove l'Italia, patria della buona tavola, farà da padrona e dove Paesi di tutto il mondo faranno conoscere il loro modo di alimentarsi e i loro  prodotti tipici.
Duono di Milano

Il tema dell'Expo sarà "come nutrire il pianeta", nello scenario globale in cui sono sempre più evidenti i divari tra ricchi e poveri, tra occidentali super alimentati e popoli che ancora muoiono di fame.  Ormai si sa che il modello occidentale è inquinante e che in particolare il consumo di carne produce molto più inquinamento di quanto ne produca l'agricoltura, e la sfida sarà trovare un modo di alimentarsi sostenibile, che non produca inquinamento e non causi sprechi. Ma come sarà possibile affrontare questi temi se tra gli sponsor ci saranno Coca Cola e Mc Donald's?

Fuori Expo Veg

Questa è una delle contraddizioni di questa edizione dell'Expo, ma tuttavia c'è chi sta organizzando un'alternativa per dare prova di come sia possibile nutrire tutti con modelli sostenibili, non inquinanti ed etici. Si tratta di Fuori Expo Veg. Il progetto è quello di fornire ogni sabato per tutta la durata dell'Expo pranzi vegetariani ai bisognosi in vari punti di Milano, grazie anche alla preziosa collaborazione dei volontari "City Angels".  Una risposta concreta dunque all'interrogativo impegantivo che l'Expo si pone, come nutrire il pianeta, in modo sano, etico e sostenibile. I pasti saranno preparati da chef vegetariani e ognuno potrà dare un piccolo contributo, se vorrà, contattando l'organizzatore del progetto, Giorgio Cerquetti.

Volontari City Angels a lavoro

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sabato 7 marzo 2015

And the Oscar goes to... Milena Canonero

Si è da poco conclusa la cerimonia di premiazione degli Oscar 2015, e fra i premiati c’è anche la costumista italiana Milena Canonero. La Canonero, che ha già collezionato tre statuette, ha vinto la quarta per i costumi di Grand Budapest Hotel, di Wes Anderson.


Una storia d’amore… tra Milena e Hollywood

Non nuova agli Oscar dicevamo, infatti la Canonero, trasferitasi da Torino a Londra e poi negli Stati Uniti, ha collaborato con molti registi importanti. Per Stanley Kubrick  ha realizzato le divise di Alex e della sua gang in Arancia Meccanica, dove la bombetta inglese si rivela una scelta un po’ irriverente nei confronti dell’establishment inglese, ma anche in grado di incutere un certo timore.  Per Kubrick ha realizzato anche i costumi di Barry Lindon, rispondendo all’esigenza del regista di realizzare costumi che non apparissero appena usciti dall’armadio, ma  vibranti di vita.

Arancia Meccanica
La Canonero ha vestito anche il pirata Johnny Depp, il romantico Leonardo Di Caprio in Titanic , e la sognante Kirsten Dunst in Maria Antoinette, per la quale ha realizzato degli abiti dai delicati colori pastello, proprio come i macarons che la regina amava mangiare. Ma c’è anche l’italiano La Vita è Bella di Benigni, film anch’esso trionfatore agli Oscar. E moltissimi altri film che qui sarebbe impossibile nominare tutti.  E se il cinema è magia, i suoi magnifici costumi hanno certo contribuito a farci sognare davanti al grande schermo.


Marie Antoinette

Una storia tutta italiana

Milena Canonero ha svelato di adoperare le stoffe di un’azienda italiana, la Ob stock di Prato, da cui spesso si riforniscono divi e registi hollywoodiani. Si tratta di un’azienda fondata negli anni ’50, che resiste nonostante la crisi, e continua a tenere alto il nome del Made in Italy di qualità nel mondo.

Elegante Milena

Milena Canonero OscarAl momento la Canonero è impegnata a realizzare i costumi del rifacimento di Ben Hur, il colossal americano che vede protagonista Morgan Freeman e le cui riprese si stanno svolgendo a Matera (Basilicata). Ed eccola Milena mentre riceve il suo quarto Oscar, sorridente e umile, lei stessa icona di eleganza e stile.





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