martedì 7 gennaio 2014

Mafia? C'è chi dice no

Questo è il primo post in cui parlo di mafia, e ho deciso di farlo in chiave positiva. Perché se è vero che l'Italia è un Paese pieno di contraddizioni, è vero anche che per ogni cosa brutta ce n'è un'altra che la supera in bellezza.

Pippo Fava
Il 5 gennaio di 30 anni fa circa, veniva freddato con cinque colpi di pistola alla nuca Giuseppe Fava, per volere della mafia. Fava, un giornalista coraggioso e appassionato, denunciava i crimini della mafia in una Catania apparentemente tranquilla e sonnacchiosa, dove nessuno osava parlare di mafia, dove si sapeva ma non si parlava. Giuseppe Fava, chiamato dagli amici Pippo, aveva fondato un giornale: I Siciliani, in cui oltre a lui lavorava un gruppo di giovanissimi, sui vent'anni, anche loro assetati di verità, anche loro desiderosi di aprire uno squarcio sulla realtà mafiosa di quella Catania che soffriva in silenzio.
Anche dopo la morte di Fava, i ragazzi della redazione dei Siciliani andarono avanti, orfani del loro padre e Maestro ma, proprio dopo il suo assassinio, sempre più convinti che chi vuole fare il giornalista deve camminare con la schiena dritta, senza fermarsi davanti a nulla, nemmeno alla morte.
Ecco, Pippo Fava è stato un eroe, non un folle, ma un eroe, che è andato incontro  alla morte consapevolmente, sapendo che in qualche modo, a qualunque costo, era necessario squarciare quel velo pesantemente calato sugli occhi dei siciliani e degli italiani.


Cattedrale di Palermo
È dello scorso dicembre la notizia di un negozio dato alle fiamme a Palermo. Sono stati danneggiati solo il portone d'ingresso, le vetrine e il sistema elettrico. Un incidente? No, l'avvertimento della mafia che così, silenziosa ma micidiale, avverte i negozianti che si rifiutano di pagare il pizzo: la prossima volta non si scherza e a bruciare sarà l'intero negozio, insieme ai sacrifici di una vita. Ma i proprietari del negozio, un bellissimo negozio di arredi per la casa, hanno detto no. Non ci stanno a questo "gioco" crudele, non ci stanno a cedere alle prepotenze della mafia. E così hanno ribadito il loro no: non paghiamo. E hanno riaperto il negozio, fra vetrine spaccate e puzza di bruciato, come se niente fosse. Anzi, sulla loro pagina Facebook hanno anche fatto gli auguri di Natale a tutti, compresi gli autori del gesto intimidatorio, affermando che quel gesto non è servito a spaventarli.
Pippo Fava, dunque, non è morto, ma rivive in ciascun siciliano che non teme la mafia, che ama l'onestà e la legalità e che non si lascia intimidire. E Pippo Fava rivive anche in ciascuno di noi quando, con la schiena dritta, difendiamo la verità e lottiamo per la nostra libertà.


Pippo Fava
Photo credits: stampoantimafioso.it
"A che serve essere vivi, se non c'è il coraggio di lottare?"

Pippo Fava, giornalista e scrittore
(15/9/1925 - 5/1/1984)







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