giovedì 16 gennaio 2014

Roberto Bolle: il bello della danza

Alto, anche troppo secondo i canoni rigidi della danza classica, fisico statuario, occhi azzurri e sorriso luminoso: ecco Roberto Bolle, il ballerino-divo, partito dalla provincia piemontese alla conquista del mondo. Ottenuto un contratto a vita come primo ballerino della Scala di Milano, infatti, Bolle decide di rischiare e, credendo in se stesso, sceglie di svincolarsi dal contratto con La Scala per portare la sua danza nel mondo. E il suo coraggio viene premiato, visto che si esibisce nei maggiori teatri del mondo e infine anche nell'American Ballet Theatre.

Incuriosisce e affascina, questo fenomeno della danza, notato da Rudolf Nureyev  alla Scala quando era un giovane e promettente allievo. Ma dimentica il genio sregolato di Nureyev: Bolle è un ragazzo disciplinatissimo, fin dalle origini, fin da quando i suoi insegnanti della Scala lo esortavano a togliersi di dosso quel candore, quella rigida perfezione quando stava sul palco, che rischiavano di farlo apparire troppo algido, troppo freddo e distante nelle sue esibizioni. Eppure Roberto Bolle e il mito della danza Nureyev hanno in comune più di qualcosa: un talento indiscusso prima di tutto, e  poi il desiderio di avvicinare il pubblico alla danza. Non solo il pubblico che accorre a teatro a vederlo, ma anche il pubblico che non frequenta abitualmente i teatri. Così Bolle porta la grande danza nella strada, esibendosi in posti davvero unici: davanti al duomo di Milano, al Colosseo, in  Piazza del Popolo a Roma e in Piazza del Plebiscito a Napoli.

Roberto Bolle

Bolle ottiene un successo dietro l'altro, conquistando una fama internazionale e creando intorno a sé gruppi di fan sempre più folti e appassionati, paragonabili a quelli delle rock-star: interminabili file fuori dai botteghini, scene di delirio, fan-club ecc. ecc. E Bolle si dona completamente ai suoi fan: non un divo capriccioso e arrogante, ma un ragazzo solare che volentieri concede un'intervista e appare in tv, e sorride imbarazzato quando tutti, intervistatori e pubblico, rimangono per un attimo confusi e storditi di fronte alla sua bellezza ed eleganza.


Roberto Bolle e Fiorello

Ma Bolle non è apprezzato solo per la bellezza e il talento: chi lo conosce lo apprezza anche per le sue doti umane e lo descrive come una persona generosa e umile, pronta a sostenere progetti umanitari (è ambasciatore Unicef), ed anche molto disponibile verso i colleghi. Come ad esempio nella manifestazione Bolle and friends, dove offre una chance anche a giovani e promettenti ballerini non ancora affermati.

Bolle passo a due
Insomma bello e bravo. Bolle sembra incarnare l'ideale di perfezione della Grecia classica "kalokagathia" (bellezza fisica e bontà d'animo) ormai così lontano dai modelli di oggi, dove sembra pagare solo la trasgressione. Mi rimane, però, solo una perplessità: qual è il suo lato oscuro, quali le sue debolezze, le sue fragilità?  Insomma, ce l'avrà pure  qualche difetto come ogni altro essere umano? O forse no?!?
Per sdrammatizzare la sua immagine così legata alla perfezione e alla disciplina ed anche per rendere più umano il mondo della danza classica, Bolle e alcuni colleghi hanno deciso di filmarsi mentre ballano per gioco sulle note di una canzone di Giorgia, che dice: "Tu mi porti su, e poi mi lasci cadere". Che poi è anche l'incubo di ogni ballerina, ogni volta che viene sollevata in alto dal suo partner per eseguire quelle posizioni che ce le fanno apparire simili ad angeli, perfette e inarrivabili.


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