Questo luogo pieno di fascino e di mistero ha origini antichissime (all'incirca 300 a.C.) ed è stato dichiarato patrimonio Mondiale dell'Unesco per il suo enorme valore storico e culturale. (Qui puoi leggere la prima parte).
Per grazia ricevuta
Proseguendo la nostra passeggiata sotterranea, ci troviamo davanti a un vero e proprio cimitero: il Cimitero delle Fontanelle. Si tratta di un ossario antichissimo. Secondo una tradizione che risale al 1800, ma che continua ancora oggi, le persone si prendono cura di un teschio privo di identità, gli accendono un lumino, pregano per l'anima del defunto e chiedono in cambio una grazia (un favore) per sé o per i propri cari. Se ricevono la grazia, sistemano il teschio all'interno di una cassettina per ringraziarlo, appunto "per grazia ricevuta". Non c'è niente di macabro in questo rito, anzi tutto il contrario: qui l'uomo sembra aver fatto pace con la paura della morte, e i defunti sono amici che ci proteggono dall'alto e a cui rivolgiamo le nostre preghiere.

Si tratta di uno spiritello dispettoso, ma anche benevolo, che può manifestarsi nelle case dei napoletani. Il monaciello può essere generoso e lasciare dei soldi in regalo - di cui però non bisogna parlare a nessuno! - oppure può essere dispettoso e arrivare anche a nascondere oggetti o infastidire le belle e giovani donne della casa. Probabilmente il monaciello (piccolo monaco) - che ricorda un monaco francescano per il mantello con il cappuccio che indossa - era nella realtà l'uomo addetto alla gestione dei pozzi d'acqua (che in effetti indossava un mantello con cappuccio per proteggersi da freddo e umidità). I napoletani infatti in passato prendevano l'acqua attraverso dei pozzi presenti nelle loro case, calando un secchio giù per i cunicoli profondi circa 40 o 50 metri. Questi uomini, detti "pozzari", erano in grado di arrampicarsi su per questi cunicoli strettissimi ed entrare anche in casa! Talvolta nascevano anche delle storie d'amore clandestine con la padrona di casa. Inoltre, quando non venivano pagati per il loro servizi, sembra che facessero dei dispetti ai proprietari dell'abitazione!
Mi fermo qui, ma ci sarebbe ancora tanto da dire sulle meraviglie di una città, piena di luce e rumore in superficie, ma piena di silenzio e mistero nel suo ventre, dove nasconde secoli di storia, di leggende e di folclore...
Tra le sorprese del sottosuolo napoletano, ci sono anche i resti di un teatro romano del 100 a.C, dove l'imperatore Nerone amava esibirsi, senza interrompersi neanche in caso di terremoto!
Il monaciello

Si tratta di uno spiritello dispettoso, ma anche benevolo, che può manifestarsi nelle case dei napoletani. Il monaciello può essere generoso e lasciare dei soldi in regalo - di cui però non bisogna parlare a nessuno! - oppure può essere dispettoso e arrivare anche a nascondere oggetti o infastidire le belle e giovani donne della casa. Probabilmente il monaciello (piccolo monaco) - che ricorda un monaco francescano per il mantello con il cappuccio che indossa - era nella realtà l'uomo addetto alla gestione dei pozzi d'acqua (che in effetti indossava un mantello con cappuccio per proteggersi da freddo e umidità). I napoletani infatti in passato prendevano l'acqua attraverso dei pozzi presenti nelle loro case, calando un secchio giù per i cunicoli profondi circa 40 o 50 metri. Questi uomini, detti "pozzari", erano in grado di arrampicarsi su per questi cunicoli strettissimi ed entrare anche in casa! Talvolta nascevano anche delle storie d'amore clandestine con la padrona di casa. Inoltre, quando non venivano pagati per il loro servizi, sembra che facessero dei dispetti ai proprietari dell'abitazione!
Mi fermo qui, ma ci sarebbe ancora tanto da dire sulle meraviglie di una città, piena di luce e rumore in superficie, ma piena di silenzio e mistero nel suo ventre, dove nasconde secoli di storia, di leggende e di folclore...
Tra le sorprese del sottosuolo napoletano, ci sono anche i resti di un teatro romano del 100 a.C, dove l'imperatore Nerone amava esibirsi, senza interrompersi neanche in caso di terremoto!
Credits Photo: lanapolisotterranea.it + napolisotterranea.org + foto reperite nel web




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